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venerdì 1 agosto 2014

I N T R I G H I !

La nuovissima Soap di 'indignarsi non basta'

Episodio 6 : L'imperatore d'Europa 


Riassunto della puntata precedente: Matteo Tortello, assieme alla sua corte di lacché, Maria Sorriso Elena e Ivan Vacuità,  con la partecipazione inquietante di Laura  Cipiglio, si ritrova in una piovosa mattina di luglio in uno sfasciacarrozze. Dopo aver spiegato alla sua platea adorante il modo in cui sfasciare gli ideali, Tortello liquida lacché e Cipiglio e una volta solo lancia un richiamo. A chi si sta rivolgendo Matteo?
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"Ci sei?"
Alla domanda di Tortello seguono alcuni  istanti di silenzio..... Una cornacchia lancia il suo verso ed il silenzio ripiomba come una cortina sulle carrozzerie sfasciate.
Lo stridio di un vinile letto da un grammofono  dalla puntina usurata riempie l'aria. Uno squillo di trombe fa sobbalzare Tortello seguito da un forte cigolio.
Uno stormo di corvi neri si alza in volo spaventato e.....
Prodigio!
Al suono stentoreo di un disco riprodotto ben  oltre le capacità dell'amplificatore, attacca la Marcia di Radetzky e la montagna di rottami rugginosi si apre rivelando un palco gigantesco. Sullo sfondo una scenografia consunta fatta dalle  bandiere di tutto il mondo..... Del mondo di una volta.... Unione Sovietica, DDR,  Yugoslavia...
Da vecchi altoparlanti una voce una voce stentorea esclama:
"Mes dames et Monsieurs..... Ascoltato dai leader di tutto il mondo; esaltato da presidenti dittatori e tirapiedi; ammirato in patria e fuori, adorato da Condoleeza Rice. Dopo Craxi, Bush, Stalin, il più grande politico di tutti i tempi; più raffinato di Macchiavelli... E' lui, il Leeeeeeeader.... MAXIMUS!". 
Con uno schioppo viene sparata una nuvoletta di pezzetti di alluminio subito dispersi dal vento e, vestito con un completo bianco in lamé, cappello a cilindro sormontato da corona, compare lui: Massimo, il Baffino più presuntuoso del creato. 
Imitando (malamente, invero) i passi di un tip tap si pone al centro del palco e con una sgangherata riverenza si toglie il cilindro.
Con uno stridio della puntina  la musica si arresta di botto. E il silenzio si impossessa nuovamente dello sfascio.
Baffino  lancia uno sguardo severo al serafico Tortello ed ansimante esclama:  
"Matteo. I preparativi per la mia grande rientreé sono ad ottimo punto. Ho parlato con tutti nel mondo e tutti mi vogliono tutti richiedono il mio parere."
"Massimo li mantieni ancora i tuoi contatti in Eusopa?"
"Ma certo, te l'ho detto!"
"Allora parla con Culona Inchiavabile, tanto è solo lei a decidere,  e convincila ad accettare la Mogherini come alto rappresentante, se la convincerai io appoggerò la tua candidatura ad imperatore d'Europa."
"Anche tu, come Silvio, chiami Anghela, Culona Inchiavabile?"
"Certo! Silvio è un genio con questi soprannomi. E poi piacerà sicuramente ai miei elettori. Allora cercherai di fare lobbing per la Mogherini?"
"Stai tranquillo Matteo, con il mio potere di persuasione riuscirò a far eleggere chiunque, anche una nullità come la Mogherini. Ora attivo il centralone a vapore e mi faccio mettere in contatto dalle mie centraliniste con i potenti del mondo. Una cosa Matteo...."
"... Svelto che ho fretta."
"Trovo l'allestimento che mi hai approntato assolutamente confacente alla mia levatura, tuttavia ho ancora perplessità sulla lochescion...... Per quanto tempo dovrò rimanere confinato in questo sfascio?"
"Poco, Massimo, il tempo che i miei elettori citrulli si dimentichino della mia promessa di rottamare la vecchia classe dirigente. Tu sei stato l'unico ad essere rottamato e sai benissimo il perché: perché chi meglio di un personaggio della tua caratura può assurgere a sì glorioso simbolo? Chi meglio di te può salvare le apparenze? Ti sto dando un compito importante, Massimo. Fondamentale."
Il petto rachitico di Massimo si gonfiò; i peli dei naffi frusciarono di compiacimento. 
"Hai ragione Matteo. Mi metto subito al lavoro." 
"Ecco sì, lavora."
Dice Matteo Tortello; batte le mani cicciose un paio di volte e, con uno stridio acuto, le cortina di carrozzerie arrugginite si richiude pesantemente sul palco.
"Matteo ha cose ben più importanti da fare! La riforma del senato, la più fulgida di tutte le imprese!" dice a se stesso e, trotterellando sparisce tra i rifiuti.
Intanto l'economia italiana andava di male in peggio, il commissario alla spending review accusava il governo di aver già speso risparmi futuri; il virus ebola si diffondeva nell'Africa Occidentale; a pochi passi dalle coste Italiane, in Libia,  la guerra civile subiva una drammatica recrudescenza; le ambasciate chiudevano e gli stranieri stavano abbandonando il paese nel totale disinteresse di Inghilterra e Francia che avevano contribuito a cacciare Gheddafi. 
Naturalmente in Europa nessuno voleva la nullità come alto rappresentante e nessuno avrebbe ascoltato Baffino.
E la carica di Imperatore non esisteva. 
Ma Matteo Tortello andava avanti.
Anzi: andava e basta.